E per questo motivi anche la politica si sta muovendo. Al Senato è stato appena approvato un disegno di legge dedicato alla prevenzione e alla tutela dei ragazzi. Il testo è arrivato alla sua quarta lettura dopo varie modifiche avvenute nei due rami del Parlamento. Se alla Camera non ci sarà nessun emendamento o cambiamento, il testo diventerà legge dello Stato (e questa volta non dovrebbero esserci problemi, dato che al Senato c’è stato solamente un voto contrario). Un passo importante per combattere un fenomeno sempre più difficile da arginare.
I numeri del cyberbullismo in Italia
Diventa quindi fondamentale l’educazione digitale anche perché, nonostante il tentativo delle istituzioni, i casi di cyberbullismo sono in aumento. Secondo infatti i dati divulgati in un seminario organizzato dalla Regione Lombardia, nel 2016 le persone colpite da cyberbullismo sono cresciute dell’8%. All’evento ha preso parte anche l’associazione Onlus Pepita, la Casa Pediatrica Ass Fatebenefratelli-Sacco e l’Ufficio Scolastico Regionale. Il seminario ha avuto come tema il sexting a scuola. Ed è proprio tra i banchi che le istituzioni sperano di fermare il fenomeno, formando le future generazioni contro l’errato utilizzo di internet e dei social network.
Cyberbullismo e sexting, due facce della stessa medaglia, come dimostrano i continui casi di cronaca. Giovani che finiscono in rete a loro insaputa e che per la vergogna arrivano anche a togliersi la vita. Al seminario ha partecipato anche il padre di Carolina, una ragazza di 14 anni che si è uccisa dopo che un suo video è stato pubblicato in rete. E purtroppo la situazione, come è emerso anche dall’evento, non è migliorata. Sono tanti infatti i giovani che ancora, nonostante gli avvertimenti, continuano a mandare foto e video hot in giro per il web, pensando che rimangano solo sui dispositivi dei destinatari. Il sexting, parola composta che indica una serie di pratiche sessuali tramite internet e soprattutto smartphone, è praticato da un giovane su quattro. E la prima volta comincia già tra gli 11 e i 12 anni.
Educare per combattere il cyberbullismo
Cosa bisogna fare contro questo triste fenomeno? Non abbassare mai la guardia. Educare e non solo tra i banchi, ma anche a casa. La Polizia di Stato, ad esempio, recentemente si è impegnata contro gli adescamenti online e contro il cyberbullismo diffondendo alcuni consigli. Anche il Garante per la Privacy è intervenuto contro il cyberbullismo, pubblicando un vademecum dal titolo “La scuola a prova di privacy” rivolto a istituzioni, famiglie e studenti. Prima di divulgare un video o delle immagini, ricordatevi che le vostre azioni potrebbero avere delle conseguenze drammatiche. (libero.it)