Una decina di ditte di trasporto, alcune reali e altre fittizie, una rete che andava dalla
Grecia fino ai paesi dell’Est Europa, soprattutto
Romania e Bulgaria e 3 associazioni per delinquere i cui membri avevano organizzato il trasporto di tonnellate di sigarette di contrabbando attraverso il porto di Ancona, dal 9 marzo 2011 al 19 maggio 2012. Per questo il
31 gennaio scorso il Gup Paola Moscaroli ha rinviato a giudizio 9 uomini: 4 greci, un australiano, due kazaki, un moldavo e un bulgaro. Per loro l’accusa è associazione per delinquere finalizzata all’introduzione illegale in Italia di sigarette di contrabbando. Secondo le indagini della
Guarda di Finanza di Ancona, quei 9 erano in affari con altre 13 persone, tutte di nazionalità greca e di età compresa tra i 33 e i 71 anni. Uniti nel formare 3 distinte organizzazioni criminali dove alcuni trafficanti lavoravano per più di un sodalizio, formando così una rete capace di gestire ingenti quantitativi di merce. Alcuni facevano gli autisti, altri guidavano le imprese di trasporto e poi c’erano i basisti che vivevano stabilmente nelle Marche. Il loro compito? Gestire il traffico di tir che di volta in volta sbarcavano ad Ancona, risolvere problemi logistici o derivanti dai possibili arresti dei conducenti dei mezzi, accedendo anche a risorse finanziare, e organizzare il carico di copertura. Le fiamme gialle doriche, nella lunga serie di sequestri, effettuati in concomitanza con gli
agenti della Dogana, avevano trovato sigarette occultate con materiali di vario genere: arance, paprika, pizze e piadine, frutta e in un caso anche un carico di pannelli solari. Alla fine i finanzieri hanno indagato per mesi, coordinati dal pm Rosario Lioniello, scoprendo un traffico di
almeno 100 tonnellate di tabacco, entrato in Italia attraverso il porto di Ancona e deleterio per il mercato italiano.
Non certo per gli indagati che, secondo le indagini, avrebbero fatto profitti per
decine di milioni di euro. A processo 9 persone dunque. Ma che fine hanno fatto le altre
13 persone? Non si sono presentati all’udienza preliminare in camera di consiglio, per cui ora sarà compito della Magistratura accertare se il gruppo di greci si sia reso effettivamente irreperibile. Un problema anche per l’
avvocato difensore del foro di Ancona Marco Casciola, che difende la quasi totalità degli indagati. Intanto si prosegue per i 9 imputati. Per loro si apriranno le porte di un processo pubblico che prenderà il via il prossimo 16 marzo. Sarà un processo a stabilire se siano davvero loro i responsabili di quelle tonnellate si tabacco che, non ci piove, era di produzione clandestina. Mentre il porto di Ancona si conferma sempre di più porta di accesso per traffici illeciti destinati a rispondere a mercati sommersi di livello intercontinentale, facendo le fortune di chi, dall’alto, gestisce queste reti criminali. (fonte: anconatoday)
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