Il “Piano di conservazione e gestione lupo”, voluto dal ministero dell’Ambiente e che martedì a Genova ha ottenuto il primo via libera tecnico della Conferenza Stato-Regione, è in attesa del voto politico previsto per il 2 febbraio. Ma il primo ok ha già provocato indignate reazioni da parte del mondo animalista. Questo perché, nell’ultima delle sue 22 “azioni”, prevede la possibilità di abbattimento di esemplari di quella che è una “specie protetta”.
Tra gli effetti che la notizia ha avuto c’è stato anche quello di far riprendere vigore ad una petizione, lanciata su Change.org (leggi la petizione) circa un anno fa, che si propone di raccogliere firme a tutela di questa specie. Le sottoscrizioni sono arrivate a quota 7.200.
Abbattere i lupi per legge: la Liguria dice sì. Gli animalisti insorgono
La “mail bombing” di Enpa contro ministero e Coldiretti
L’Ente Nazionale Protezione Animali ha lanciato oggi, attraverso i propri canali Facebook e Twitter , un «mail bombing» (invio massiccio di email di protesta) per dire no all’abbattimento controllato dei lupi, che dovrebbe essere approvato il 2 febbraio prossimo dalla Conferenza Stato-Regioni. «La protesta di Enpa – si legge in un comunicato – è diretta, in particolare, contro il Ministro dell’Ambiente e contro l’associazione agricola Coldiretti, soggetti ai quali deve essere ricondotta la «paternità» della deroga». Secondo Enpa, «il titolare del dicastero dell’Ambiente, in ossequio alle proprie prerogative istituzionali, dovrebbe tutelare la biodiversità, non certo sponsorizzare uccisioni e abbattimenti, e dovrebbe anche confrontarsi con tutti i portatori di interessi, associazioni animaliste comprese, e non soltanto con gli allevatori». «I principali responsabili della presunta «emergenza» sono proprio gli allevatori – sostiene Enpa – i quali molto spesso lasciano i loro animali incustoditi, senza alcuna protezione dai predatori. Invece, con buona pace di Coldiretti, per evitare le predazioni sarebbe sufficiente predisporre idonei ricoveri per gli animali. Le fucilate non sono solo inutili, sono anche pericolose, soprattutto in un Paese come il nostro, dove la piaga del bracconaggio rappresenta una grave emergenza ancora irrisolta». (tratto da il secolo XIX)